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Il giardino dei ciliegi
Progetto Cechov - Terza tappa

Prima Nazionale 4 Luglio 2024

Festival di Spoleto - Teatro Caio Melisso

Di

Anton Cechov

​

Regia

Leonardo Lidi

​​​

Scena e Luci

Nicolas Bovey

 

Costumi 

Aurora Damanti

​​​

Suono

Franco Visioli​

​

Assistente alla regia

Alba Maria Porto​​​​

​

Foto di scena 

Gianluca Pantaleo

​

Con

Ljubov' Andreevna

Francesca Mazza​

 

Anja

Giuliana Vigogna

 

Varja

Ilaria Falini

 

Lenja Andreevna

Orietta Notari

​

Ermolaj Lopachin

Mario Pirrello

 

Peter Trofimov

Christian La Rosa

 

Simenov - Piscick

Giordano Agrusta

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Charlotta Ivanova

Maurizio Cardillo

​

Semen Epichodov

Massimiliano Speziani​

 

Dunja

Angela Malfitano

​

Firs 

Tino Rossi

​

Jasa

Alfonso De Vreese

alcune
recensioni

"A evidenziare conflitti e contrasti sono innanzitutto i costumi di Aurora Damanti, in grado di sottolineare gli antagonismi di classe e di aspirazione che attraversano l’opera: se Firs (uno struggente Tino Rossi) è un anziano in sedia a rotelle, abito scuro e papillon, l’umanità familiare che si agglutina intorno al corpo e alla gestualità esasperate — ed esasperanti — della Ranevskaja è invece un caravanserraglio di colori e tessuti, di tute d’acetato e leggings accostati a paillettes e pigiami in pile, di cravatte sgargianti su scarpe troppo grandi o troppo vecchie, di pantaloni di pelle indossati sotto giacconi oversize. Li immaginiamo pescare, con uno spiccato gusto per l’eccesso, tra le offerte di una bottega di abbigliamento di seconda mano, questi personaggi che entrano in scena dal fondo platea, annunciati da un Lopachin — l’ambiguo, straordinario Mario Pirrello — sicuro di sé nell’anonima, impiegatizia divisa grigia di chi ha saputo affrancarsi dalle proprie origini. Eccoli, questi protagonisti di una bohème contemporanea..." (...)

(Alessandro Iachino, www.stratagemmi.it, 23 Luglio 2024)

 "Anche i costumi, opera di Aurora Damanti, enfatizzano i caratteri (lo smoking di Firs, la t-shirt con Snoopy di Trofimov, i prendisole sgargianti e i pantaloni di acetato), utilizzando un tratto vintage che si ben si accorda al sentore di nostalgia e decadenza che avvolge la scena..". (...)

(Ilaria Rossini, www.teatroecritica.net, 31 Luglio 2024)

"Davanti alle sedie rosse del Caio Melisso, lo storico teatro di Spoleto, sfilano in una scena nuda coloratissimi abiti rimediati: felpe, maglie, tute da mercatino, con qualche giacca-e-cravatta, uno smoking, un pigiamone giallo a righe nere di pile (fa freddo di notte nella commedia, 

 in Russia, nella casa dei Ciliegi), un elegante doppiopetto. Un soffitto illuminato a neon incombe sugli attori, si solleva in momenti più ariosi, si abbassa a rappresentare una spiaggia sul lago..."(...)

"Questo finale Giardino dei ciliegi è uno spettacolo ‘sconsideratamente’ colorato, di costumi e di umori, una commedia tragica o una tragedia comica, come sarebbe piaciuto all’autore..." (...)

"I fantasiosi costumi sono di Aurora Damanti, le scene e le luci di Nicolas Bovey, il suono, delicato e insidioso, di Franco Visioli".

(Massimo Marino, website-files.com)

caos 
sartoriale

Parole d'ordine:
abbigliamento vintage, mercatini delle pulci, trovarobato
e
invecchiamento costumi

Produzione

Teatro Stabile dell'Umbria

​​

in coproduzione con​​

Teatro Stabile di Torino - Teatro Nazionale​​

Spoleto Festival dei due Mondi

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